LAGUNA DEI BUONGUSTAI
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LESINA, LAGUNA DEI BUONGUSTAI
TRA ABATI, CONTI E ANGUILLE.
Posizione geografica e benessere economico fecero di Lesina nella Storia un luogo di grande interesse. Avere , infatti, possessi su quel Lago, pare che fosse molto ambito : le anguille famose della Laguna rappresentavano una risorsa alimentare non trascurabile per le mense monastiche che non conoscevano la carne.
Per alcuni Lesina rappresentava il piu’ vicino sbocco marittimo nell’ambito del Ducato Beneventano di cui fece parte.
Press’ a poco nel periodo del Ducato Beneventano, Lesina, in seguito allo smembramento del Ducato stesso in trentaquattro contee, assurse a capitale di quella omonima, ben piu’ vasta e importante delle altre, perche’ di essa facevano parte molte terre del Gargano settentrionale tra cui Cagnano, Carpino, Vico del Gargano e Peschici.
Nel 1751 il Feudo, in seguito a dissesti finanziari, fu messo all’asta e , quindi, venne in possesso del marchese Placido Imperiale che ne fu signore sino a quando le leggi eversive della feudalita’ fecero decadere ogni suo diritto e conferirono a Lesina piena autonomia comunale.
Ad interrompere l’affanno di un cosi’ intenso avvicendarsi di fatti e personaggi storici intervengono, di tanto in tanto, le leggende che, non poco, contribuiscono ad accrescere il fascino di Lesina e del suo Lago.
Tra tutte, la piu’ nota e’, senza dubbio, quella di sapore boccacesco che, nella narrazione tramandata dal Cavaliere nel suo libro Pellegrino del Gargano , vuole protagonista Matilde di Canossa.
Correva l’anno 1089 ed andava la contessa in devoto pellegrinaggio al santuario garganico di San Michele Arcangelo, accompagnata da un mirabile seguito di graziose dame.
Imbarcatasi a Ravenna, era approdata sulle coste di Lesina, dove il conte normanno Petrone le si fece incontro e la invito’ a prendere asilo nel suo maniero.
Durante la notte, pero’, mentre le nobili donzelle erano immerse nel sonno, l’ospite sleale ed i suoi amici fecero irruzione nelle loro stanze e ne godettero le grazie con violenza.
Non si fece attendere a lungo la tremenda vendetta di Matilde. Ordino’ l’assedio del castello,
” intanto che per vie sotterranee e per canali molti guastatori operarono in modo che le acque del vicino pantano di dodici miglie di giro corressero senza ritegno ad assorbire chi uscendo di ogni termine diede negli eccessi; tanto segui’; restarono i canali pasto ai pesci”.
La memoria di tutto l’amore per l’ospitalita’ tradita e della terribile punizione aleggia ancora oggi sulla Laguna; una contrada e’ qui denominata, infatti, Matilde e si vuole che sia il luogo dove avvenne il fatale sbarco della contessa con il suo seguito.
Oggi Lesina e’ un piccolo centro adagiato su una limitata lingua di terra nella laguna; conserva, tuttavia, immutato il fascino del suo illustre passato.
La memoria dell’antica e prestigiosa cattedrale e le rovine di san Giovanni in Piano di Ripalta rievocano la munificenza cristiana degli antichi conti che predilessero questa laguna per i saporiti frutti delle sue acque e per la pregevole selvaggina che in ogni tempo vi si e’ diretta.
Tutte ricchezze che, in momenti successivi, diedero origine ad annose dispute, non ancora del tutto spente, fra Lesina e il piu’ recente Comune di Sannicandro Garganico per il possesso delle acque e per la contesa proprieta’ di oltre seicento versure di paludi.
Oggetto reale della disputa, naturalmente, la produzione ittica sempre abbondante e particolarmente pregiata sin dai tempi remoti.
Basteranno a confermarlo questi due episodi :
Edelrado, gastaldo di Lesina, nel 975, pago’ alcuni beni immobili cedutigli dall’abbazia di San Vincenzo al Volturno soltanto con
” pisces piscatus et anguille sicce” ;
mentre, poco piu’ di un secolo dopo, Federico II, noto buongustaio, ordinava a Riccardo Pulcaro di non far mancare
” a Berardo, cuoco della nostra Curia, dei buoni pesci di Lesina affinche’ egli faccia per noi la aschipecia ”
(pesce fritto messo a macerare in aceto e menta).
Un alone di mistero circonda l’origine e la vita delle anguille.
Non se ne conosce l’albero genealogico e quindi è impossibile riprodurle in allevamento. Vengono dall’Atlantico, dal Mar dei Sargassi, dove si riproducono a mille metri di profondità: da qui gli avannotti impiegano tre anni per tornare nel Mediterraneo.
Dai canali Acquarotta e Schiapparo entrano nella laguna di Lesina dove si pescano quando raggiungono la lunghezza di 20, 25 centimetri.
La pesca in passato durava mesi: i pescatori, che dovevano rimanere vicino alle proprie “paranze”, costruivano sulle sponde della laguna i pagiar (pagliai).
Qui rimanevano da ottobre a gennaio in attesa che i bertovelli (trappole) si riempissero.
La permanenza nei luoghi di lavoro imponeva l’uso quotidiano delle anguille per l’alimentazione: la preparazione più importante era la minestra di anguilla.
Questo cibo, insieme al capitone (femmina della anguilla) arrostito, ancora oggi è il piatto tipico della vigilia di Natale.
Informazioni
sull’Itinerario turistico e gastronomico
del lago di Lesina
•Escursioni nella laguna di Lesina, con il sandalo (imbarcazione tipica) e degustazione del pescato;
•Pescaturismo;
•Birdwatching;
•Progetti di educazione ambientale;
•Iscrizione per apprendista pescatore;
•Pesca notturna.
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